martedì 4 maggio 2010

SUD AFRICA - Immagini di Johannesburg

Non è facile descrivere una città come Johannesburg o almeno com'era quando io la conobbi. Si può dire che era una metropoli moderna più vicina alle grandi città americane che a quelle europee. Si può dire che era bella, pulita, ordinata, quasi perfetta. Si può dire che socialmente rappresentava un controsenso perchè era la principale città del paese più razzista e segregazionista al mondo, ma nello stesso tempo era una delle città più multirazziali al mondo. In essa in qualche modo si incrociavano boeri, primi abitanti bianchi del Sud Africa originari dell'Olanda; inglesi eredi del periodo coloniale; tanti italiani, tantissimi portoghesi, tantissimi indiani, cinesi, greci ecc. Ovviamente c'erano poi i neri, gli unici veri africani, anche loro però appartenenti a varie tribù e provenienti da vari paesi vicini. Si perchè sebbene i neri in Sud Africa fossero segregati, c'era comunque molta immigrazione dai paesi vicini come Botswana, Namibia, Rodesia, spesso clandestina, perchè qui trovavano lavoro nelle città come Johannesburg, oppure nelle farms dove venivano trattati quasi da schiavi. Però lavoravano e mangiavano.
Si può dire che in fondo anche i bianchi vivevano divisi per paese di provenienza: gli inglesi vivevano con gli inglesi da inglesi; i boeri vivevano con i boeri; gli italiani con gli italiani ecc. C'erano quindi i clubs inglesi, quelli italiani, quelli portoghesi .
Si può poi dire che il centro della città era scarsamente abitato. Gli enormi grattacieli erano quasi tutti occupati da uffici, azien. Oppure erano hotels oppure erano residences dove vivevano quegli stranieri che, come me, si trattenevano un po' più a lungo e quindi affittavano un flat. Il centro città era quindi dedicato al business. Il fine settimana de, banche rimaneva spopolato. La gente, i bianchi ovviamente, abitava fuori, nei centri residenziali composti da ville più o meno grandi, più o meno ricche, ma tutte immerse nel verde e nella tranquillità.
Ecco si può dire tutto questo e molto altro. Ma questa sarebbe la descrizione di una città anonima, uguale a tante altre, senza un'anima. Joahannesburg era invece tutt'altro perchè era una città che dava emozioni, il cui ricordo da un senso di struggimento difficile da descrivere, un misto di gioia e di felicità contemporaneamente ad un senso di tristezza, di vuoto, di crampo che prende allo stomaco. Ancora oggi, dopo tanti anni, quando sento parlare di johannesburg o ne vedo delle immagini, provo questa senzazione.
Allora non vedo più i grattacieli, le ville, i clubs privati, no!
Allora mi vedo a passeggio lungo una via del centro quasi deserta perchè è domenica; ai lati della via si allineano grandi alberi di Jacaranda fioriti perchè è primavera. Il colore azzurro dei fiori illumina un cielo ancora scuro per i nuvoloni che hanno da poco terminato di scaricare il loro pieno di acqua e che ora cominciano a lasciare il posto all'azzurro del cielo. I caldi raggi del sole che filtrano tra gli squarci delle nuvole sembrano unire i due azzurri, quello delle Jacaranda e quello del cielo, in un unico immenso quadro. Camino su un tappeto di fiori caduti per la pioggia. A terra quelli delle Jacaranda si uniscono ai fiori rossi delle bougainville che a cespugli ornano i muri. Nell'aria un profumo di fiori e di arida terra che bagnata emette un odore pungente; un profumo di fresco.
Oppure mi vedo un mattino di un giorno qualunque della settimana a passeggio per Pretoria street, la strada dello shopping. Il traffico intenso e ordinato nei due sensi, negozi di tutti i tipi, soprattutto di materiale fotografico quasi tutto proveniente dal Giappone, oppure materiale elettronico, ma anche abbigliamento, scarpe, supermercati . Sui marciapiedi donne nere, belle e ben vestite nei loro abiti tipici, spandevano tutta la loro mercanzia di artigianato locale (orecchini, anellini, braccialetti, statuette in legno, oggetti in onice, in giada ecc.). Oggi questo si vede anche da noi nei mercatini, è diventato quasi normale, ma 30 anni fa per noi erano novità assolute ed erano immagini tipiche che solo in Africa si potevano vedere.
Ma Johannesburg è anche un tramonto visto da un piano alto di un grattacielo. Un discendere lento di un sole che dipinge il cielo di mille tonalità di rosso e, una volta scomparso dietro l'orizzonte, lo lascia ancora illuminato di una fioca luce azzurrina che ti accompagna tutta la notte subtropicale in attesa che rispunti la mattina dopo splendente e caldo.

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