Puerto Baquerizo Moreno è il capoluogo e la città principale dell'isola di San Cristobal, ma è anche il capoluogo dell'intero arcipelago delle Galapagos essendo la sede del consiglio regionale. Più che una città è un villaggio di pescatori con poca accoglienza turistica. Proprio per questo però è interessante; la scarsa presenza turistica fa si che sia rimasta originale: tranquilla, anzi sonnacchiosa, senza i rumori e i finti bagliori del turismo di massa.
Sono tre le cose che principalmente mi hanno colpito di Puerto Baquerizo Moreno: la miseria, le case, le foche addormentate sopra le barche. Camminando per le strade, poche, della cittadina, la miseria si vede, si respira, ma, al contrario di altri posti, ad esempio le città continentali del Equador come Guayaquil, ma anche Quito, qui non ti aggredisce, non ti fa male. Qui la miseria la vedi nelle case vecchie, di legno, anche consumate dall'aria carica di salsedine con le colorate pareti scrostate, la vedi nelle persone, vestite male, anche sporche; la vedi nei pochi bar o piccoli ristoranti, la vedi nei banchetti lungo la strada dove preparano e servono le banane verdi (platano)cotte su griglie come quelle che si usano per i wurstel; la vedi ovunque, ma non ti colpisce, non ti fa male al cuore, non ti fa sentire uno "fuori luogo" a te che sei li con loro ma non sei come loro perchè tu sei di passaggio, hai i soldi. La miseria qui è normale.Non c'è contrasto tra i ricchi e i poveri, tra chi sta bene e chi sta male; qui sono tutti poveri. Non ci sono mendicanti, nessuno ti chiede l'elemosina, non ci sono bambini che di giorno girano le strade per qualche centesimo e di notte dormono nelle stesse strade sotto i cartoni. Qui sono tutti uguali; vivono tutti nelle case, anche se misere; mangiano tutti, anche se in modo frugale. Sembrano vivere una vita serena, anche se senza molte speranze.
Le case come ho già detto sono povere; quasi tutte sono costruite su palafitte e nella parte bassa, sotto al pavimento tra i pali, trovano rifugio barche, reti, motorette ed altri attrezzzi. Sono quasi tutte in legno e sono tutte verniciate di colori diversi. Ricorda un po'la "Boca" il quartiere di Buenos Aires costruito da marinai genovesi emigrati in Argentina, dove le case sono appunto tutte verniciate di colori diversi perchè utilizzavano la rimanenza della vernici delle barche. Nella loro povertà sono bellissime.
Ma l'immagine che più mi ha colpito di Puerto Baquerizo Moreno è rappresentata dalle foche che dormono sopra le barche. Nel porticciolo naturale formato dalla baia di fronte alla cittadina, sono ancorate le barche dei pescatori. Puntualmente alla sera, poco prima del tramonto, quando i raggi del sole cominciano ad inclinarsi offrendo quella particolare luce tendente al viola che ti da anche un senso di tristezza,di malinconia e di nostalgia delle persone che hai lasciato così tanto lontano, queste barche si riempiono di foche che escono dall'acqua e si sdraiano sulle coperte lasciandosi asciugare dagli ultimi caldi raggi del sole. E' un'immagine struggente. Nessuno, assolutamente nessuno le disturba. Se penso che da noi, nei nostri porti turistici, i proprietari di barche si arrabbiano perchè qualche volta i gabbiani ci fanno qualche bisognino!? Mi rendo conto che nel nostro mondo occidentale, ricco ed evoluto, abbiamo veramente perso il senso della realtà.
venerdì 3 aprile 2009
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